Museo Civico "Ferrante Rittatore Vonwiller" https://museocivicofarnese.com Farnese (VT) Sat, 05 Sep 2020 16:59:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.4.2 https://museocivicofarnese.com/wp-content/uploads/2019/12/cropped-Free_Sample_By_Wix-3-1-32x32.jpg Museo Civico "Ferrante Rittatore Vonwiller" https://museocivicofarnese.com 32 32 Alla scoperta di Farnese: la Chiesa di Santa Maria della Neve (X secolo) https://museocivicofarnese.com/2020/09/05/alla-scoperta-di-farnese-la-chiesa-di-santa-maria-della-neve-x-secolo/ https://museocivicofarnese.com/2020/09/05/alla-scoperta-di-farnese-la-chiesa-di-santa-maria-della-neve-x-secolo/#respond Sat, 05 Sep 2020 16:59:15 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=596

La chiesa è situata nel centro storico del paese, nell’odierna piazza del Plebiscito. Tradizionalemte è considerata il più antico luogo di culto di Farnese, risalendo forse al X secolo, quantunque tale tesi non sia suffragata da adeguata documentazione storica, mentre è indiscusso il fatto che fu la prima sede parrocchiale del paese fino al XV secolo, quando fu sostituita dalla chiesa del SS. Salvatore.
Dal XII secolo intorno a S. Maria della Neve si formò un piccolo borgo detto Elcetello, dalla presenza di numerosi alberi di elce. Verosimilmente, nel XVII secolo, in questa chiesa officiarono i Frati Minori Osservanti, che avevano trovato dimora in alcune abitazioni del centro del paese, dopo aver ceduto il loro convento di San Rocco alle clarisse, in attesa della costruzione di un nuovo edificio nei pressi della chiesa di San Magno in località Sant’Umano.
La chiesa è a navata unica con una facciata molto semplice realizzata interamente in tufo, con due lesene ai lati della porta e una finestra circolare sopra di essa. Sul lato destro è una piccola torre campanaria. La copertura è a doppio spiovente con tetto a capriate. All’interno è una piccola cappella sul lato destro e un presbiterio. L’entrata della chiesa in origine era sul lato opposto, come lascia supporre la traccia di una porta tamponata dietro il presbiterio. E’ probabile che, con la demolizione di un fabbricato posto dove ora è la piazza del Plebiscito, si preferì spostare l’ingresso all’edificio sacro su questo lato.
Sopra l’altare è un quadro raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, del XVII secolo, commissionato dalla Confraternita del Buon Consiglio che in questa chiesa ebbe la sua sede fino alla Seconda Guerra Mondiale.

#allascopertadifarnese #Murv #Simulabo #Farnese

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Un’iscrizione vascolare da Rofalco con formula onomastica completa https://museocivicofarnese.com/2020/08/30/uniscrizione-vascolare-da-rofalco-con-iscrizione-onomastica-completa/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/30/uniscrizione-vascolare-da-rofalco-con-iscrizione-onomastica-completa/#respond Sun, 30 Aug 2020 11:42:46 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=586 Le iscrizioni vascolari rinvenute nel sito tardo-etrusco di Rofalco sono tutte apposte su oggetti di uso quotidiano, finora mai sulla ceramica fine. Tutte le forme vascolari iscritte provengono dalla zona abitativa dell’insediamento, cioè nella zona sud-occidentale.

  • L’onomastica etrusca

La gran parte delle iscrizioni etrusche che possediamo è costituita da formule onomastiche che designano il possessore di un oggetto, il titolare di una tomba, ecc. L’onomastica è cambiata nel corso dei secoli, per cui abbiamo un sistema onomastico arcaico ed uno recente.

Durante il VII sec. a. C. nasce, probabilmente, la formula bimembre, costituita, cioè dal nome individuale seguito dal nome di famiglia. Più indietro nel tempo, secondo lo storico Varrone, esistevano solo nomi semplici, quindi non si usavano né praenomencognomen. A riprova di ciò Varrone riporta che Romolo, Remo e Faustolo avevano solo il nome, senza prenome e cognome. La formula onomastica bimembre si sarebbe diffusa a seguito del sinecismo con la comunità sabina, presso la quale era già in uso. Si presume che anche per gli Etruschi ad un certo punto sia avvenuto il passaggio dalla formula unimembre a quella bimembre.

In particolare, il passaggio potrebbe essere avvenuto al passaggio dalla prima metà alla seconda metà del VII secolo. Così il gentilizio o nomen diviene un elemento fisso della formula onomastica. Serviva ad indicare gli appartenenti ad uno stesso aggregato famigliare. In Etruria, come a Roma, le famiglie erano i nuclei fondamentali della società. Si nota che nel corso del VI e V sec. a. C., i gentilizi si formano prevalentemente sulla base di nomi maschili, segno evidente della discendenza secondo la linea paterna. Solitamente i gentilizi terminano con il suffisso in -na o in –ie.

Alla fine del VI sec. a. C. possiamo distinguere anche altri elementi aggiunti alla formula onomastica bimembre. Un terzo elemento è il cognome che, in origine, è un soprannome che caratterizza un individuo per proprie qualità fisiche o morali (Barbatus, Pulcher, Ruber, ecc.). Inoltre, accanto alla formula bimembre appare anche la designazione del patronimico, espressa con il nome individuale del padre in forma possessiva.

Il sistema onomastico recente (IV-I sec. a. C.) diviene assai più complesso poiché i dati anagrafici nelle iscrizioni funerarie aumentano. I nomi individuali maschili e femminili, o prenomi, diminuiscono o vengono abbreviati. Più importante la funzione dei gentilizi. L’acquisizione di determinati diritti civili fa sì che alcuni personaggi di origine servile, originariamente indicati con il solo nome individuale, assumano dei nomi gentilizi, per esempio aggiungendo al proprio prenome il prenome del patrono.

In questa fase, accanto al prenome e al gentilizio, diviene particolarmente diffuso il patronimico, spesso espresso con il morfema possessivo e “clan” (figlio), oppure aggingendo la forma aggettivale -sa.

In questa fase il cognomen, che continua a designare le caratteristiche peculiari dell’individuo, è più diffuso in Etruria settentrionale. Altri elementi possono essere il metronimico, cioè l’indicazione del gentilizio materno, e, nelle formule onomastiche femminili, il gamonimico, cioè la designazione del gentilizio del marito, seguito, a volte, dall’appellativo “puia” (moglie).

Quindi in età ellenistica il nome etrusco di una persona con status di libero è costruito nella forma completa da quattro o cinque elementi:

prenome, gentilizio (nome di famiglia, talvolta derivante dal nome del padre, ma possono anche fare riferimento all’etnia), cognome (frequente, ma non necessario), paternità o filiazione (di solito il prenome del padre al genitivo), maternità (o metronimico, dato dal genitivo del gentilizio materno).

  • L’iscrizione da Rofalco

In totale, si contano otto iscrizioni, ma quella sull’orlo di un dolio d’impasto è l’unica che riproduce una formula onomastica completa. Si tratta di un dolio in impasto rosso bruno. Presenta un’iscrizione sinistrorsa (da destra verso sinistra) incisa prima della cottura sulla superficie superiore dell’orlo del vaso. La grafia non è molto curata, probabilmente per il ridotto spazio a disposizione, ma è stato riconosciuto il tipo grafico capitale (tipo IB di Maggiani), diffuso tra il IV e il III sec. a. C.

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Di seguito l’iscrzione:

cae : rathmsnas . afu : acil . hecce :

Si riconoscono un prenome ed un gentilizio al possessivo, seguiti da un terzo elemento onomastico, probabilmente un cognome. La formula conclusiva “acile hecce” significa, probabilmente “ha messo in opera”, “l’opera ha fatto”.

Cae, originariamente un prenome, assume, almeno dalla metà del IV sec. a . C., la funzione di “Vornamengentile” (1). La distribuzione del gentilizio è attestata nell’entroterra tarquiniese, a Orte, Vulci, e più a settentrione, a Chiusi, Perugia, Arezzo e loro territori. Nell’area volsiniese, in età recente, è frequente la ricorrenza del prenome, come verosimilmente in questo caso.

Il gentilizio ratumsna e soprattutto rathumsna, vanta una serie di attestazioni di epoca recente nei territori volsiniese e chiusino. Più in particolare il termine compare su due cippi “volsiniesi” da Castel Cellesi e Acquapendente, come pure a Chiusi. Infine nella tomba “a T” della necropoli di Poggio Pesce a Bolsena proviene un frammento di coperchio di sarcofago con iscrizione frammentaria “rath[…], chiaramente identificabile con il gentilizio rathumsnas.

Per la terza parola si possono avanzare diverse ipotesi in relazione ai segni visibili e alle occorrenze finora documentale. La lettura afu, con funzione di cognome, è forse da preferire e trova riscontro con una tegola iscritta del Museo di Chiusi. Il termine acu come gentilizio occorre in età recente soprattutto in Etruria settentrionale (Chiusi, Perugia, Volterra, Fiesole), mentre in funzione di patronimico, metronimico o gamonimico è attestato nelle forme acui, acuias, acusa. Ultima ipotesi di lettura è il cognome alu (per es. da Chiusi e dal Talamonaccio).

La forma verbale hecce è attualmente testimoniata solo in un altro caso, nell’iscrizione dalla tomba dell’Orco. La forma base del verbo, hece, compare in associazione con il più comune acil, nell’Ipogeo dei Volumni e, nella versione arcaica hecece, nella tomba dei Tori.

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Bibliografia:

O. Cerasuolo, L. Pulcinelli, “Ager Volcentanus: Rofalco (Farnese)“, in Rivista di Epigrafia Etrusca, “Studi Etruschi”, 74, 2008 (2011), pp. 296-306 (nn. 57-64)

(1) I liberti avevano la possibiità di scegliersi un nuovo nome e crearsi, al posto della formula onomastica monomia, che contrassegnava gli schiavi e alcuni stranieri, una binomia, cioè costituita da due elementi, prenome e Vornamengentile, che sanciva di fronte alla comunità l’acquisizione di un nuovo status e di una nuova dignità. (S. Marchesini, “Prosopographia etrusca”, Studia . Gentium mobilitas . II . 1, Roma 2007, p. 9.)

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Alla scoperta di Farnese: Palazzo Platonio https://museocivicofarnese.com/2020/08/29/alla-scoperta-di-farnese-palazzo-platonio/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/29/alla-scoperta-di-farnese-palazzo-platonio/#respond Sat, 29 Aug 2020 15:48:03 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=584

Riprendiamo i nostri appuntamenti estivi con “Alla scoperta di Farnese”. Questo sabato un nuovo video di Visit Farnese che ci porta alla scoperta di Palazzo Platonio (XV-XVI secolo).

Con il suo imponente portale, copia esatta in scala ridotta di quello superiore del palazzo Farnese a Caprarola, era la residenza degli amministratori degli affari della Famiglia Farnese. Notizie certe del palazzo risalgono al 1570-1571: dall’archivio di Stato di Viterbo Studio Notarile Franciscus Cipolletta…”casa et fabbrica una per la strada che va a Santo Rocho qual fu del ospidale, il fu venduta per scudi cento da Galeazzo Farnese a Messer Muzio Platonio“.

Muzio Platonio era originario di Borgo Val di Taro (Parma) e apparteneva a una famiglia cospicua, imparentata con l’imperatore d’Austria, si era trasferito a Castro poi a Farnese. Nel palazzo nacque nel 1748 Andrea Platoni, ovvero Padre Samuele da Farnese, da Stefano Platoni e Lucrezia dell’antica e ricca famiglia Umani; fu “beato” ed esercitò l’ufficio di esorcista. Palazzo del Platonio appartenne alla stessa famiglia fino al 1826, poi Anna Umani sposò Alessandro Castiglioni di Ischia di Castro e gli eredi ne presero possesso. Alla fine dell’Ottocento vi abitò Pietro Castiglioni, sindaco di Farnese, che fu processato come fiancheggiatore del brigante Tiburzi.

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Avviso: rinvio manifestazione del 30 agosto https://museocivicofarnese.com/2020/08/28/avviso-rinvio-manifestazione-del-30-agosto/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/28/avviso-rinvio-manifestazione-del-30-agosto/#respond Fri, 28 Aug 2020 16:48:07 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=581 A causa delle probabili condizioni meterologiche avverse, la manifestazione “La selva dei sentieri, la selva dei pensieri” è stata rinviata al 13 settembre,

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La selva dei sentieri, la selva dei pensieri https://museocivicofarnese.com/2020/08/28/la-selva-dei-sentieri-la-selva-dei-pensieri/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/28/la-selva-dei-sentieri-la-selva-dei-pensieri/#respond Fri, 28 Aug 2020 08:27:51 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=578
Locandina passeggiata racconto del 30 agosto 2020
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Archeologia sotto le stelle a Farnese https://museocivicofarnese.com/2020/08/19/archeologia-sotto-le-stelle-a-farnese/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/19/archeologia-sotto-le-stelle-a-farnese/#respond Wed, 19 Aug 2020 19:09:22 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=575 Organizzato dal Centro Studi di Preistoria e Archeologia di Milano in collaborazione con il Comune di Farnese e il Museo Civico “Ferrante Rittatore Vonwiller”, venerdì 21 agosto si svolgerà la manifestazione “Archeologia sotto le stelle”. Una serata all’insegna dell’archeologia nella splendida cornice dell’anfiteatro di Farnese!

Ingresso libero con inizio alle 21.

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Nuovi orari di apertura del Museo https://museocivicofarnese.com/2020/08/17/nuovi-orari-di-apertura-del-museo/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/17/nuovi-orari-di-apertura-del-museo/#respond Mon, 17 Aug 2020 17:22:55 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=570

Da questa settimana gli orari di apertura del museo saranno i seguenti:

venerdì, ore 10-12.30
sabato, ore 10-12.30; 16-19
domenica, ore 10-12.30

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Monastero delle Clarisse-Chiesa di S. Maria delle Grazie (XVI sec.) https://museocivicofarnese.com/2020/08/15/monastero-delle-clarisse-chiesa-di-s-maria-delle-grazie-xvi-sec/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/15/monastero-delle-clarisse-chiesa-di-s-maria-delle-grazie-xvi-sec/#respond Sat, 15 Aug 2020 10:02:53 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=566

Uno dei luoghi che sono nel cuore dei Farnesani è il Monastero delle Clarisse. In questo video se ne descrive la storia: fu costruito nel 1560 quando Giulia Acquaviva, moglie di Bertoldo Farnese, fece edificare una chiesa con accanto un convento dedicato a San Rocco. Il complesso, dapprima costruito per i Frati, con l’ascesa al trono di Mario Farnese, figlio di Bertoldo, venne destinato alle suore dell’ordine di Santa Chiara, del cui ordine faceva parte Suor Maria Francesca, figlia di Mario Farnese. E gli fu dato il nome di Monastero di Santa Maria delle Grazie. Le suore vi si insediarono stabilmente soltanto nel 1618, dopo che ai Frati venne costruito un altro convento, su un colle chiamato S. Umano, al quale fu trasportato il titolo di San Rocco. Negli anni ’90, a seguito di un restauro, furono riportati alla luce numerosi affreschi databili attorno alla metà del 1500 tra cui il Matrimonio di Galeazzo Farnese con Isabella degli Anguillara, La Visitazione della Madonna a S. Elisabetta e l’Immacolata Concezione, attribuibile alla scuola del Panico con precisi rimandi alla scienza alchemica. Altra opera di valore è la Crocefissione, databile attorno al 1750.

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Alla scoperta di Farnese: la Chiesa di Sant’Anna https://museocivicofarnese.com/2020/08/13/alla-scoperta-di-farnese-la-chiesa-di-santanna/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/13/alla-scoperta-di-farnese-la-chiesa-di-santanna/#respond Thu, 13 Aug 2020 15:50:53 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=560

Nuovo appuntamento con la rubrica “Alla scoperta di Farnese”. Questa volta visiteremo la Chiesa di Sant’Anna, costruita a partire dal 1577, situata a poca distanza da Farnese, appena fuori dal borgo. Questa piccola chiesa di campagna è un vero tesoro artistico ed è famosa per gli affreschi di Antonio Maria Panico (Bologna [?] ca. 1560 – ante, 1621), in cui si fondono i contenuti religiosi con gli elementi alchemico-misterici.

Gli affreschi sono divisi in quattro settori chiamati vele raffiguranti ciascuna un episodio della vita della Vergine. Lungo i contorni delle quattro vele si sviluppano una serie di scene con personaggi mitologici ed oggetti inanimati che fungono sia da abbellimento delle scene principali ma anche da completamento al messaggio che il Panico vuole dare e cioè quello del viaggio che il discepolo della dottrina ermetica deve fare per arrivare al compimento del lavoro ermetico che coincide con la purificazione dell’anima e quindi con l’immortalità. Essendo una scuola di pensiero conosciuta soltanto da una ristretta cerchia di persone, della quale proprio per questo motivo ad oggi restano pochissimi esempi da poter sottoporre come oggetto di studio, il messaggio degli affreschi della Chiesa di Sant’Anna, ancora oggi, non è stato del tutto decifrato e chiarito, affascinando gli studiosi per i loro messaggi alchemici.

Un approfondito articolo sull’argomento è stato scritto da Geraldine Meyer nel suo blog Discovery Tuscia.

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Alla scoperta di Farnese: la fontana monumentale https://museocivicofarnese.com/2020/08/08/alla-scoperta-di-farnese-la-fontana-monumentale/ https://museocivicofarnese.com/2020/08/08/alla-scoperta-di-farnese-la-fontana-monumentale/#respond Sat, 08 Aug 2020 15:33:19 +0000 https://museocivicofarnese.com/?p=557

Detta anche “Fontana di Mostra” è una delle tre grandi opere che insieme a Palazzo Chigi ed al Viadotto Ducale, impera sulla piazza di Farnese. Nel 1617 iniziarono i lavori per condurre a Farnese le acque della Sorgente di S. Martino (oggi meglio conosciuta come “La Botte”). Per tre anni questo lavoro richiese l’impiego di grosse somme di denaro e Mario Farnese nonostante si trovò sull’orlo del fallimento non riuscì a portare l’acqua a Farnese, i cui lavori dovettero essere interrotti a causa di errori fatti nel calcolo delle altimetrie. Il progetto fu ripreso in esame soltanto nel XIX Sec. E solo nel 1884 il Comune affidò l’incarico all’Ingegnere Cesare Tuccimei. Due anni dopo, nel mese di aprile, iniziarono i lavori e su disegno dello stesso Ingegnere venne costruita nella piazza principale la fontana. Realizzata dall’impresa Boschi di Viterbo, costò L. 5000. L’inaugurazione avvenne il 25 settembre 1887 con grandi festeggiamenti!

#Farnese #allascopertadifarnese #VisitFarnese

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